Camp Erech: la mostra in scatola è finita. Durante i sette giorni di esposizione ci sono stati molti, moltissimi momenti belli di cui racconteremo in seguito; adesso voglio condividere quello che più mi ha reso felice. E’ successo all’improvviso, in uno degli spazi vuoti di Base Milano… dove un gruppo di grandi amici si è ritrovato in mezzo a tutto quel bianco.
Prima è comparso Claudio (Gasparotto), che conosco e stimo da almeno due decenni: non ci vediamo spesso ma quando succede facciamo faville. Poi è arrivata Gloria (Lisi): lei la conosco da meno tempo ma è una delle persone che, fin da subito, ha preso posto nel mio “angolo sacro del cuore”.
Poi si è aggiunta Silvia (Ferraris), giunta apposta da Ouagadougou per aiutarci con la mostra: lei la conosco da pochissimo tempo ma è già diventata importante; so che faremo grandi cose insieme. Infine, dopo un periodo di lontananza, è tornata Giulia (Zhang), la mia “Bashert”… nei viaggi, nella fotografia e in molte altre cose, quelle che contano davvero.
All’improvviso Silvia e Claudio iniziano a danzare… vedendoli nessuno avrebbe mai potuto pensare che quella era la prima volta che si incontravano. Ma è questo che fanno i veri professionisti: sono capaci di creare arte anche dal nulla, all’improvviso, come se si conoscessero da sempre.
Io è Giulia prendiamo le macchine fotografiche e iniziamo a muoverci con loro; ci conosciamo, sappiamo come muoverci in coppia: è come un rito senza tempo ed è facile diventare parte di quella danza.
Gloria filma, si muove con discrezione: anche lei diventa parte di quel grande spettacolo di arte, tecnica, amicizia, amore. Il risultato è nelle foto, fatte così, all’improvviso.
Grazie a tutte/i! E grazie anche a Yahya — che dal deserto dell’Adrar, con la sua storia, ha dato l’avvio a tutto questo — a Massimo, che ci ha reso tutto più facile, a Ubaldo, il cui supporto è stato fondamentale, e a Emmanuel che ci ha permesso di essere qui ❤️